Cronaca del quarto giorno - 4 luglio 2013

La giornata di oggi si è aperta di consueto con la S. Messa presieduta però da un ospite speciale e cioè da fra Michael Perry, recentemente eletto al servizio di Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori. La prima lettura narrava il “Sacrificio di Isacco” (o la “Legatura di Isacco”). Su questo episodio biblico fra Michael ha intessuto la sua omelia che riportiamo per intero:

Carissimi fratelli capitolari e altri frati presenti per la celebrazione dell’Eucaristia sta mattina, che il Signore vi dia fede, speranza e pace!
       Il Capitolo è un momento di grazia per voi, per tutti noi, e per l'Ordine. Siete qui riuniti in Capitolo, a rivedere la vita della Custodia attraverso gli occhi della fede, per discutere i modi per rafforzare i vincoli di comunione fraterna e di riaccendere la vostra passione per la missione evangelizzatrice affidata all'Ordine, sempre in un modo francescano.
Oggi ci troviamo di fronte alla storia del sacrificio di Abramo.  “Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ e offrilo in olocausto.” Abramo non rifiuta, non risparmia il suo figlio amato.  Lui non sa come Dio farà.  Pero, Abramo ormai ama Dio fino al punto che è pronto non solo a sacrificargli il suo figlio amato, ma anche a essere giudicato un mostro dal figlio amato.  Lui mette tutta la sua fiducia in Dio, e si fa ‘cammino della fede’, lasciandosi guidare da Dio, senza nessuna condizione.  Soren Kierkeegaard, nel suo libro sulla storia di Abramo, scrisse:
“Ciascuno diventa grande in rapporto alla sua attesa; uno diventa grande con l’attendere il possibile, un altro con l’attendere l’eterno, ma colui che attese l’impossibile, divenne più grande di tutti”.
Abramo crede nell’impossibile possibilità di Dio, cioè che lo stesso Dio che ha dato e che ha tolto ha sempre una possibilità impossibile e di Lui bisogna fidarsi. Dio, dirà Gesù, può far nascere dei figli ad Abramo dalle pietre. Abramo si fida di Dio anche nel tempo del silenzio di Dio. Questa è la fede di Abramo: fidarsi di Dio quando Lui sembra toglierci tutto, e credere nell’impossibile possibilità di Dio, fidarsi di Lui nonostante tutto, dargli tutto di se. Così Abramo diventa il padre nostro nella fede, perché ha saputo credere contro ogni evidenza, sperare contro ogni speranza.
Nel suo Motu Proprio, Porta Fidei, dichiarando un Anno della Fede, Benedetto XVI scrisse: “L’Anno della fede, in questa prospettiva, è un invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo. Nel mistero della sua morte e risurrezione, Dio ha rivelato in pienezza l’Amore che salva e chiama gli uomini alla conversione di vita mediante la remissione dei peccati (cfr At 5,31).
Cari fratelli, quello che state facendo, il Capitolo della Custodia, è un ‘invito ad un’autentica e rinnovata conversione al Signore, rinnovata conversione alla vita evangelica francescana, rinnovata conversione ai valori della nostra forma vita che si esprima attraverso le Priorità dell’Ordine, attraverso la contemplazione, la condivisione quotidiana della vita fraterna, e l’impegno della missione, una missione che si realizza in una maniera specifica nel contesto in cui vi trovate, nella Custodia di Terra Santa.
Se, infine, abbiamo il dono della fede, possiamo chiedere di crescere in esso camminando verso una fede sempre più grande, più pura, più totalmente abbandonata in Dio, pregando con queste parole di santa Teresa d’Avila:
“Se ti amo, o mio Tesoro, non è per il Cielo che mi hai promesso. Se temo di offenderti, non è per l’inferno di cui sono minacciato. Quel che mi attira a te, sei tu, tu solo…Tu nulla hai da promettermi, nulla da darmi per provocare il mio amore: quand’anche non sperassi quel che spero, ti amerei come ti amo”.

Durante la celebrazione eucaristica presieduta dal Ministro Generale il Custode di Terra Santa, essendo stato riconfermato nel suo servizio per un triennio, ha pronunciato il giuramento di fedeltà che poi è stato accolto da fra Michael.
       


La sessione mattutina è stata interamente dedicata al saluto del Ministro Generale ai capitolari e alla sua relazione.

Il pomeriggio è stato invece dedicato alle testimonianze di diversi frati che vivono e operano in Siria nel tragico contesto della guerra. I frati ci hanno raccontato diverse situazioni: ad Aleppo, a Damasco e sull’Oronte. Sentire da persone conosciute ciò che da tempo vediamo sui mezzi di comunicazione ci ha profondamente colpito, così come ci ha colpito la loro testimonianza di servizio in favore di tutti coloro che si trovano in difficoltà (cristiani e musulmani) soprattutto dei profughi. Oltre a ciò ci siamo resi conto come gli stessi frati si trovino a vivere gli stessi pericoli e le stesse situazioni di estremo disagio della popolazione siriana. Abbiamo poi sentito la testimonianza di un confratello che in Libano opera a favore dei profughi siriani, soprattutto impegnandosi nel settore scolastico a servizio dei bambini. Alla testimonianza dei frati della Regione S. Paolo sono seguite le attestazioni di affetto e stima da parte degli altri frati e, ovviamente, le domande sulle questioni più disparate.




                            
La giornata si è conclusa con l’adorazione eucaristica e il vespro.




Tanti auguri ai nostri frati americani !
Independence day

     

Nessun commento:

Posta un commento